Cadere tra le braccia di Morfeo
Conoscersi

Respiro dopo respiro

Il respiro è vita. Respirare è alla base di tutte le funzioni dell’organismo. Senza la giusta ventilazione e gli scambi gassosi, nessuna cellula potrebbe sopravvivere. In mancanza di ossigeno non potremmo bruciare i nutrienti per avere energia. E se non potessimo eliminare l’anidride carbonica prodotta dai processi di combustione cellulari, ci intossicheremmo.

Il respiro diventa qualcosa di più di una funzione fisiologica se parliamo di respiro consapevole.

Una respirazione consapevole permette di attivare parti specifiche del cervello che abilitano nuove connessioni, nuovi apprendimenti, compresi quelli che consentono di ampliare la propria visione e adottare comportamenti nuovi. Prestare attenzione al respiro apre ad una piena consapevolezza del qui e ora, permettendo di considerare ciò che avviene all’interno della mente e del corpo. Diventa così possibile sentire consapevolmente l’esperienza del momento e scegliere come viverla. Questo consente di assumersi responsabilità del proprio agire, pensare, sentire, distanziandosi dagli automatismi che troppo spesso sono causa di conflitti, malessere, ansie, depressioni, dipendenze e delle problematiche relazionali più ricorrenti nella vita. Aiuta a rispondere a ciò che accade in un modo diverso, nuovo e attuale, accedendo a risorse interiori già conosciute e mobilitandone di nuove. In altre parole, si aprono nuove possibilità per vivere la vita liberamente.

La consapevolezza del respiro è la capacità di osservare semplicemente il proprio respiro, di sperimentarlo attraverso i movimenti delle pareti del corpo che si espandono e ritraggono al ritmo dell’inspirazione e dell’espirazione, oppure seguendo il movimento dell’aria attraverso le narici, osservandone il suo fluire all’interno e il suo conseguente defluire.

La pratica della consapevolezza del respiro non vuole indurre a cambiare alcunché, in primis il respiro, che deve rimanere naturale e spontaneo. In secondo luogo è necessario osservare scrupolosamente tutto ciò che appare nello schermo della mente: giudizi, aspettative, confronti, abitudini, percorsi e schemi mentali. E anche ciò che ci rendiamo conto muoversi nel corpo: emozioni e sentimenti, tensioni, rigidità, irritazioni pruriti. Tutto ciò è una preziosa documentazione per il proprio percorso di crescita personale. In terzo luogo è fondamentale accettare tutto ciò che emerge per quello che è, diventando consapevoli di ciò che sentiamo. Possiamo così accorgerci che per troppo tempo abbiamo respinto ciò che non ci piaceva spendendo energie nel cercare di cambiarlo. Ora, possiamo imparare a dire di sì a quello che c’è: gli sviluppi successivi potranno essere davvero sorprendenti.

Ricordiamo, infatti, che la mente tende ad aggrapparsi a idee preconcette: nasce così una tensione tra ciò che è e ciò che dovrebbe essere o che vorremmo che fosse. Questa resistenza e questa tensione creano uno stress e producono sofferenza. Attraverso la pratica del respiro consapevole la nostra mente può aiutarci a discernere la natura della mente stessa, aprendoci alla comprensione che il pensiero, l’emozione e quant’altro stia accadendo non coincide con il Sé. Allora quello che resta è l’essenza della sensazione. Nessuna identificazione, che ci imprigiona e ci limita.

L’esperienza del respiro apre ad una condizione di maggiore recettività, perché l’esperienza plasma la struttura neurale. Il cervello umano è la parte superiore di un sistema nervoso esteso e distribuito in tutto il corpo. Le connessioni tra i neuroni sono influenzate anche dall’esperienza, perché   comporta l’attivazione di scariche neurali in risposta agli stimoli: i neuroni diventano attivi e le loro connessioni reciproche crescono. Si creano nuove sinapsi, ovvero le giunzioni attraverso le quali le cellule nervose comunicano e scambiano le informazioni interagendo con il neurone successivo, quelle esistenti si rafforzano e si stimola la crescita di nuovi neuroni. È proprio così che l’esperienza plasma la struttura del sistema nervoso centrale.

La sinaptogenesi (formazione di nuove sinapsi) e la neurogenesi (crescita di nuovi neuroni) sono i modi in cui il cervello sviluppa nuove connessioni. Questa crescita utilizza sia geni sia l’esperienza per produrre cambiamenti nella connettività dei neuroni: neuroplasticità è il termini impiegato quando le connessioni tra i vari neuroni cambiano in risposta all’esperienza.

In maniera semplice, questo è il modo in cui le neuroscienze osservano il respiro consapevole, cioè in termini di neuroplasticità, ma è proprio questa che permette di aprirci a nuove visioni e a una maggiore chiarezza mentale, ripulita da soggettività e condizionamenti.

Inoltre, diversi studi sul funzionamento del cervello hanno dimostrato come il respiro abbia un impatto migliorativo sia sul benessere fisico sia sulla disponibilità a imparare a rispondere in modo nuovo alle sfide della vita.

Il respiro funziona come attivatore di uno stato di presenza. È il modo per essere totalmente nel momento presente e vivere anche un’esperienza “dal basso verso l’alto” dal soma alla mente, liberi dalla prigione delle influenze, “dall’alto verso il basso”, ovvero dalla funzione classificatrice del cervello. Consente di prestare attenzione alla mente e al cuore nel momento in cui accade ciò che accade. Quando siamo presenti nel “qui e ora” siamo liberi dalla distrazione e dalla dispersione. Possiamo vivere pienamente ogni istante e interrompere gli automatismi di risposta, imparando a fermarsi prima di mettere in atto reazioni comportamentali inadeguati o disfunzionali. Respirare consapevolmente attiva le funzioni integrative della corteccia prefrontale implicate in processi di regolazione corporea, sintonia interpersonale, stabilità emotiva, flessibilità di risposta, conoscenza di sé, eliminazione dei condizionamenti rispetto agli stimoli che generano paura, capacità di intuizione e di azione funzionale per sé e per gli altri.

Il respiro consapevole affina la capacità di regolare le emozioni e di contrastare la disfunzione emotiva, migliora il pattern di pensiero, riduce gli assetti mentali negativi. La pratica rafforza il funzionamento del corpo, la sua capacità di guarigione, le risposte immunitarie, la reattività lo stress, il senso generale di benessere fisico. Anche le relazioni con gli altri migliorano grazie ad una maggiore capacità di percepire segnali emotivi non verbali altrui e di sentire il proprio mondo interiore.

Abitare il momento presente facilita l’accettazione della propria situazione, allieva il conflitto interno che si scatena quando le aspettative sulla vita non corrispondono a come la vita si svolge nella realtà.  La capacità, frutto della pratica del respiro consapevole, di albergare in uno stato di consapevolezza e liberarsi del chiacchiericcio della mente è liberatoria, mitiga la sofferenza, favorisce nuovi apprendimenti. L’abitudine a classificare, etichettare subito le cose e le impressioni assegnandole ad una categoria diminuisce la possibilità di percepire liberamente i fenomeni che vengono osservati, limitando la libertà di pensiero. Siamo continuamente bombardati da informazioni e stimoli di vario genere, ma esistono limitazioni alla quantità di dati che possiamo elaborare in una determinata unità di tempo, così gli stimoli vengono selezionati sulla base di precedenti esperienze e conoscenze del mondo aiutandoci a stabilire cosa si può ignorare e cosa merita attenzione. È proprio così che tendiamo a ripetere sempre lo stesso copione, a mettere in campo gli stessi atteggiamenti e comportamenti, a tenere sempre il pilota automatico attivato.

Abbiamo bisogno di fermarci per ascoltarci, per rimettere ordine nel caos della mente, per aprirci a nuovi punti di vista, per comprendere le nostre emozioni, per crescere e per stare meglio: il respiro consapevole è la chiave di volta … respiro dopo respiro.

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