Lo Yoga è per l’anima.
Pertanto, tu che hai un’anima, sappi che lo Yoga è anche per te!
Non lasciarti fuorviare da una conoscenza superficiale dello Yoga o da ciò che dilaga sui social e sul web, dove la parola Yoga è quasi sempre accostata ad una postura corporea.
Ricorda che lo Yoga è un mezzo per risiedere nella propria natura “Svarupa”, la forma del Sé, in poche parole per essere la parte più autentica di se stessi, e che il corpo è semplicemente uno strumento per accedere allo stato esistenziale dell’Essere.
Infatti Patanjali, nei suoi Yoga Sutra, non descrive alcuna forma del corpo parlando di Asana, ma descrive lo stato interiore del praticante: uno stato stabile e piacevole privo di tensione per aiutare la mente ad aprirsi verso una percezione di infinito. Asana è là dove il Sé risiede.
Sthira Sukham Asanam (P.Y.S. II-46)
“Ciò che è stabile e piacevole è Asana.”
Prayatna Shaitilya Ananta Samapattibhyam (P.Y.S. II-47)
“L’assenza di sforzo porta la mente ad orientarsi verso l’infinito.”
Tato Dvandva Anabhighatah (P.Y.S. II-48)
“Allora la tensione scompare.”
Tasmin Sati Svasa Prasvasa Yor Gati Vicchedah Pranayamah (P.Y.S. II-49)
“Essendo raggiunta l’Asana, in modo stabile e piacevole, confortevole per il corpo e per l’individuo, si diventa consapevoli dei movimenti del proprio respiro, Svasa e Prasvasa, dell’energia, Prana, che ne produce il movimento e di come questa energia agisce dentro di noi.”
I concetti appena esposti possono riferirsi a livello fisico oppure possono essere presi in considerazione a livello mentale o esistenziale. Quando scompare la tensione verso il mondo esterno, la stimolazione dell’attività sensoriale, l’attivazione dei pensieri, il legame con il proprio vissuto e la proiezione verso il futuro, si diventa consapevoli di quella energia vitale che abita il corpo.
Quanto enunciato non è assolutamente una critica nei confronti di coloro che possono esprimere con il proprio corpo delle posture complesse, perché sicuramente dietro c’è Tapas, disciplina, Abhyāsae Vairāgya, perseveranza e non attaccamento, ascolto e percezione.
È unicamente un messaggio di incoraggiamento a intraprendere il cammino dello Yoga per chi si sente limitato da un corpo poco flessibile, e dall’altra parte, a non lasciarsi fuorviare dalle sole immagini, per chi rincorre il mito dell’apparire privo della profondità dell’Essere.
Per ognuno di noi esiste un proprio cammino nello Yoga, ma la meta è sempre Atma, l’anima, e la percezione di unione, appunto yoga, con il Tutto.