Respiro e Meditazione
Biscotti di prugne secche

La dimensione del silenzio

Trascorriamo parecchio tempo cercando la felicità quando il mondo intorno a noi è pieno di meraviglie. Essere vivi e camminare sulla terra è un miracolo, eppure la maggior parte di noi sta correndo come se esistesse un luogo migliore in cui andare. La bellezza ci chiama ogni giorno, ogni ora, ma raramente siamo nella posizione di ascoltare. La condizione essenziale perché possiamo sentire il richiamo e rispondervi è il silenzio.

La nostra mente è piena di rumore, come una radio sempre accesa, e non riusciamo ad udire il richiamo della vita, il richiamo dell’amore. Il nostro cuore ci sta chiamando, ma non lo sentiamo. Non abbiamo il tempo di ascoltarlo.

Tutte le meraviglie della vita sono già qui. Ci stanno chiamando. Se riusciamo ad ascoltare possiamo smettere di correre. Quello che serve a tutti noi, è silenzio. Fermare il rumore della mente in modo che i magnifici suoni della vita vengano uditi e  cominciare a vivere la  vita in maniera autentica e profonda.

“Il silenzio è essenziale”

Abbiamo bisogno di silenzio tanto quanto abbiamo bisogno di aria, tanto quanto le piante hanno bisogno di luce.

Nella nostra quotidianità siamo immersi in un flusso costante di rumori e informazioni. Siamo sommersi da cartelloni pubblicitari, la radio, la tv, telefonate, sms, social media. Siamo sempre connessi con qualcosa altro che è al di fuori di noi, che non è noi.
Siamo sempre connessi, ma continuiamo a sentirci soli.
Avere una miriade di stimoli ci distrae facilmente da ciò che stiamo provando, quando c’è silenzio queste cose si manifestano chiaramente.

Possiamo passare tutta la vita ad ascoltare messaggi interni ed esterni senza mai udire la voce del nostro desiderio più profondo.

Noi siamo i nostri pensieri, ma allo stesso tempo siamo più dei soli nostri pensieri. Siamo anche i nostri sentimenti, le nostre percezioni, la nostra saggezza, semplicità e amore. Quando sappiamo di essere più dei nostri pensieri, possiamo decidere di non consentire al nostro pensare di assumere il controllo e dominarci.

Noi esseri umani ci teniamo aggrappati saldamente ai nostri pensieri, alle nostre idee e alle nostre emozioni. Siamo convinti che siano reali e che rinunciarvi significherebbe rinunciare alla nostra stessa identità. Questa convinzione potrebbe benissimo essere ciò che ci impedisce di essere felici.

Importante è lasciare andare tutto ciò che ci impedisce di essere presenti nel qui e ora, di essere vivi, liberi.
Non basta desiderare di essere liberi, è importante concedersi abbastanza quiete e spazio per diventarlo.

Il silenzio è fondamentalmente qualcosa che giunge dal cuore,
non da un insieme di condizioni al di fuori di noi.

Vivere in un luogo di silenzio non significa non parlare mai, non essere impegnati nelle attività quotidiane, significa semplicemente che non siamo disturbati dentro, che non c’è un costante chiacchiericcio interiore. Se siamo davvero in silenzio, non importa in quale situazione ci ritroviamo, possiamo goderci la soave spaziosità del silenzio.

Ci sono momenti in cui pensiamo di essere silenziosi, perché non c’è alcun suono intorno a noi, ma, a meno che non riusciamo a calmare la mente, dentro la nostra testa il parlare continua in maniera costante. Quello non è vero silenzio. La pratica consiste nell’imparare a trovare silenzio in mezzo a tutte le attività che svolgiamo.

“Fermiamoci e respiriamo la pienezza del momento presente”

Il più delle volte noi rifuggiamo dal momento presente impegnati a rivisitare vecchi ricordi ed esperienze solo per provare più e più volte il dolore che abbiamo già sperimentato. È facile finire rinchiusi nelle prigioni del passato. Possiamo anche essere distratti dal futuro. Ansie, paure e incertezze relative al futuro ci impediscono di sentire il richiamo della felicità. Così anche il futuro diviene una sorta di prigione.

Portando l’attenzione al nostro respiro, possiamo acquietare tutto il rumore intorno e dentro di noi: il parlare del futuro, del passato, il bramare qualcosa di più.

In soli due o tre secondi di respiro consapevole possiamo renderci conto che siamo vivi, che stiamo inspirando. Siamo qui. Esistiamo. Il rumore all’interno scompare e si crea una profonda spaziosità. Possiamo rispondere al richiamo della bellezza intorno a noi: Siamo qui.
Siamo davvero qui, perché non siamo persi nel passato, nel futuro, nel pensare, nel rumore interiore, nel rumore esterno. Siamo qui. Siamo liberi.

Per “Essere” davvero, devi essere libero dal pensare, libero dalle ansie, libero dalla paura, libero dal desiderio.
Essere liberi è una dichiarazione forte, perché la verità è che molti di noi non sono liberi.
Non abbiamo la libertà che ci consente di sentire, e di vedere, e di “Essere” semplicemente.
Quando riusciamo a calmare tutto il rumore dentro di noi, quando riusciamo a instaurare il silenzio comincia ad emergere qualcosa dal profondo.
Il cuore sta chiamando. Il cuore sta cercando di dire qualcosa ma non siamo ancora riusciti a sentire perché la mente è stata piena di rumore.
Siamo stati perennemente distratti, giorno e notte. Siano pieni di pensieri soprattutto pensieri negativi.

Nessuna gioia è possibile senza un po’ di pace.

“Quando creiamo il silenzio dentro di noi possiamo trovare le risposte
alle domande esistenziali e udire più il profondo richiamo del cuore.”

La consapevolezza del momento presente dona uno stato di quiete interiore, che consente di osservare in profondità, e di scoprire chi siamo veramente e qual è il nostro cammino di vita.

Basta portare l’attenzione al nostro respiro e, in qualsiasi momento e luogo, possiamo essere a casa.
Con il respiro consapevole entriamo dentro di noi. Il corpo sta respirando e il corpo è casa. In ogni respiro possiamo tornare a noi stessi. La consapevolezza può cambiare il rapporto con tutto. Può aiutarci ad essere veramente presenti e a godere davvero di qualsiasi cosa si stia facendo.

In qualsiasi attività, ogni volta che siamo silenziosi e consapevoli, abbiamo l’occasione di connetterci con noi stessi. Per la maggior parte del tempo non ci accorgiamo di quello che stiamo facendo: la nostra mente si trova a vari chilometri di distanza. Siamo vivi, ma non ci rendiamo conto di essere vivi. Stiamo perdendo continuamente noi stessi.

“Essere presenti a noi stessi, ci permette di comprendere come vibra dentro di noi
quello che viviamo all’esterno, promuovendo la consapevolezza di sé.”

Inizialmente è utile praticare questa attenzione in un luogo tranquillo, in una posizione del corpo confortevole, in modo da calmare il corpo e così aiutare anche la mente a calmarsi. L’attenzione scivola dal corpo al respiro e viceversa, permettendo di alimentare la consapevolezza del corpo e di osservare il fluire del respiro.

Se riusciamo a prenderci soltanto qualche minuto per fermarci, rilassare il corpo, calmare la mente, possiamo dare spazio al nostro sentire, alle nostre percezioni. In questo modo, la gioia diventa possibile. La gioia della vera quiete diventa un quotidiano cibo risanatore.

Durante quel breve intervallo temporale possiamo sperimentare la beatitudine, la gioia, la felicità di fermarci. Durante quella pausa il corpo è in grado di risanarsi. Anche la mente ha la capacità di risanarsi.

“Il respiro consapevole è un canto all’unisono: Tutte le cellule intonano lo stesso canto.”

Magari siamo rimasti a lungo lontano da casa e quest’ultima è ormai immersa nel caos. Quanti errori abbiamo commesso, perché abbiamo ignorato come si sentiva il corpo, quali emozioni stavano affiorando dentro di noi, quali percezioni erronee stavano guidando il pensiero e il discorso?

Andare autenticamente a casa significa sedersi e stare con se stessi, e accettare la situazione così com’è per quanto caotica sia. Anche se siamo immersi nel nostro particolare caos, ogni giorno possiamo trovare spazio per un po’ di silenzio, che ci aiuti a trovare pace nella situazione così com’è, e che potrebbe persino mostrarci una nuova via d’uscita dal caos.

“Nel silenzio accetti e comprendi”

Il tornare a noi stessi promuove la consapevolezza. Quando la pratica diventa costante possiamo anche venire contatto con la nostra sofferenza. Il respiro consapevole e il silenzio ci mettono in contatto sia con la gioia, ma anche con il dolore, che abbiamo a lungo nascosto, relegato in un angolo.

Abbiamo una naturale tendenza a voler fuggire dalla sofferenza, ma senza sofferenza non possiamo svilupparci pienamente come essere umani.
Spesso evitiamo il silenzio, pensando che così, eviteremo la sofferenza, ma in verità prendersi del tempo quieto per tornare a noi stessi con consapevolezza è l’unica cosa che contribuirà a sanare la nostra sofferenza. Possono esistere grandi fonti di sofferenza, importanti ferite emotive che rimangono con noi molto più a lungo della lesione originale, ma ci sono anche quelle piccole sofferenze capaci di logorarci giorno dopo giorno.

Il dolore è inevitabile. Quando siamo in grado di riconoscerlo, abbracciarlo e trasformarlo siamo in grado di superarlo.

“Nel silenzio accogli tutto”

Il silenzio ha anche una dimensione collettiva.

Se si crea tensione in famiglia, con gli amici, con il partner, invece di creare un silenzio forzato, e soprattutto solo esteriore, mentre, la testa continua a macinare giudizi, pensieri negativi, sediamoci insieme per qualche respiro.
Quando riusciamo a rimanere seduti insieme, a respirare insieme, a entrare in contatto con la spaziosità sempre disponibile dentro di noi, e a generare l’energia collettiva del silenzio, questa è molto risanatrice, molto nutriente.
Il silenzio ci offre l’opportunità di riconoscere come la nostra energia abituale si manifesti nei modi in cui reagiamo a persone e situazioni intorno a noi.

Respirare consapevolmente e rendersi conto delle proprie reazioni è una pratica profonda.

Il silenzio ci permette di migliorare la relazione con gli altri.

La nostra testa è talmente piena di pensieri che non abbiamo spazio per ascoltare noi stessi o chiunque altro. Il silenzio consente l’ascolto profondo e una risposta consapevole. È la chiave per una comunicazione totale e sincera. Se non siamo in grado di ascoltare a fondo noi stessi non possiamo ascoltare a fondo gli altri.
Quando ci viene posta una domanda, lasciamo che penetri in noi, non limitiamoci a ribattere con una replica veloce, facciamo che chi parla si senta davvero ascoltato

Il silenzio è unione con noi stessi, con gli altri, con il tutto.

“Il silenzio è il linguaggio dell’amore”

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